> SPETTACOLI 2019


300x431px_LOCANDINA_DIQUATTROgiovedì 12 settembre > 19.00 > Terrazza della Comunicazione
Costanza DiQuattro e Mario Incudine
La mia casa di Montalbano

Una casa divenuta icona, luogo di pellegrinaggio per i fan, è anche luogo del cuore e dei ricordi di infanzia di Costanza DiQuattro come ci racconterà in “La mia casa di Montalbano”. Ad accompagnarla sul palco il poliedrico e versatile Mario Incudine, che canterà l’amore in tutte le sue sfumature, come fosse una lettera o una serenata in musica.


300x431px_LOCANDINA_GENOVESIgiovedì 12 settembre > 19.15 > Piazza Colombo
Cinzia Leone, Miriam Meghnagi, Margherita Tiesi, Francesco Silella
Ibride armonie

Fughe, amori e identità: tre donne nel precipizio del ‘900. Reading del romanzo “Ti rubo la vita” di Cinzia Leone. Voci recitanti: Cinzia Leone, Margherita Tiesi e Francesco Silella. Omaggio Musicale per voce sola di Miriam Meghnagi.

“Ti rubo la vita” è la storia di tre donne a cui è stata rubata la vita: Miriam, Giuditta ed Esther. Tre donne, fragili e coriacee, che imparano ad amare e odiare e a scegliere il proprio destino. Ebree per forza, ebree in fuga o ebree a metà, sono costrette a nasconderle o a convivere con radici multiple e intricate. Le civiltà, identità e religione possono unire e dividere, possono essere colla o spada, muri od osmosi. Ma l’amore, furto di corpi e di anime, è capace di mischiare le radici.

Nel reading di “Ti rubo la vita” (Mondadori) le voci recitanti dell’autrice, Cinzia Leone, e di due attori, Margherita Tiesi e Francesco Silella, e il canto di Miriam Meghnagi, che ha tenuto concerti in prestigiosi teatri in Israele, Giordania, Grecia, Turchia, negli Stati Uniti, in Canada e in America Latina, restituirà la sonorità del Mediterraneo. Il suo meadley di sonorità in ebraico, arabo, ladino, judezmo, yiddish e bajitto ci riporterà indietro nel tempo a un Mediterraneo che conosceva la lingua del conflitto ma anche quella del dialogo.


300x431px_LOCANDINA_INCUDINEgiovedì 12 settembre > 22.00 > Teatro Sociale
Mario Incudine, Antonio Putzu, Pino Ricosta, Emanuele Rinella, Manfredi Tumminello, Antonio Vasta
MIMÌ. Da Sud a Sud sulle note di Domenico Modugno

Un viaggio. Da Sud a Sud. Sulle note delle canzoni di Domenico Modugno, quelle legate alla Sicilia, a una terra che lui ha adottato perché, come gli disse Frank Sinatra: “Fingiti siciliano! La Sicilia la conoscono tutti, tutti sanno dov’è e poi il dialetto è molto simile al tuo, al pugliese. Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!” Un viaggio quotidiano verso una terra straniera chiamata palcoscenico, una terra da dovere raggiungere e conquistare. Le aspirazioni di un uomo del Sud chiamato Mimì ma che potrebbe avere mille nomi diversi, una storia fatta da mille storie, che si incrocia con quella del suo interprete scorrendo su linee parallele che, sovvertendo ogni regola, si incontrano in uno spettacolo in cui Mario Incudine e Domenico Modugno ci raccontano un mondo che cambia, che lotta, che sogna, che sfida convenzioni e stereotipi. Mimì siamo noi. Ogni giorno che passa. Noi di Ieri. Noi di Oggi. Noi di Domani. Noi che desideriamo Volare ma che non sempre sappiamo di avere le ali per poterlo fare.


300x431px_LOCANDINA_COSCIAgiovedì 12 settembre > 22.30 > Piazza Colombo
Gianni Coscia e Gianluigi Trovesi
La misteriosa musica della Regina Loana

Bastava lasciarsi lambire dalla misteriosa fiamma della regina Loana e si aveva il dono dell’immortalità. Così si legge nell’omonimo romanzo di Umberto Eco. La sgangherata storia dell’album di Cino e Franco, per gli adolescenti negli anni della guerra, riaffiora alla memoria del protagonista Yambo nel suo rovistare la casa di campagna alla ricerca del suo passato. Ricompaiono i temi della scuola media, gli spartiti delle canzonette di allora, i polverosi dischi in vinile. E poi i ricordi del dopoguerra e gli anni del ginnasio e del liceo. Oggi Yambo/Umberto non c’è più ma l’amico Gianni Coscia legge e rilegge il romanzo, ritorna instancabilmente sulle illustrazioni (che lo stesso Umberto aveva raccolto e conservato, perché conservava tutto) e testimonia che tutto nella storia è realmente accaduto. Un omaggio speciale a Umberto Eco, ritratto con genuina semplicità dal clarinettista Gianluigi Trovesi e dalle note e dalle parole del fisarmonicista Gianni Coscia, suo compagno di scuola e di avventure intellettuali; un raro calembour di racconti, aneddoti di jazz e di vita, ricordi, partiture e poesie musicati in diretta.


300x431px_LOCANDINA_TRAVAGLIOvenerdì 13 settembre > 22.00 > Piazza Battistone
Marco Travaglio
Ball Fiction

Dieci anni di balle. No, non le fake news dei social network, che pure proliferano, ma finiscono con l’elidersi le une con le altre. Bensì le bufale lanciate dai giornali e rilanciate dei telegiornali e dai siti web per imporre alla gente il pensiero unico di una élite sempre più in crisi.

Nel decennale della nascita del Fatto quotidiano, nato proprio per contrastare questo andazzo con un giornalismo libero da padroni e condizionamenti, Marco Travaglio torna sul palcoscenico con un nuovo spettacolo di impegno civile, “Ball Fiction”, per raccontare le più moderne tecniche di manipolazione dell’informazione “mainstream”, sempre più omologata e appiattita, che si illude di combattere i “populismi”, ma in realtà li alimenta. Si ammanta dei sacri valori di verità, libertà e democrazia, mentre dà il colpo di grazia a quel poco di reputazione che il giornalismo aveva conservato.

Il direttore del Fatto, come sempre, usa il registro dell’ironia, del sarcasmo e della satira. Il suo nuovo spettacolo si snoda attraverso una classifica delle migliori patacche del decennio. E accompagna il racconto tragicomico con la proiezione sullo schermo di una raffica di titoli e di articoli di giornali, tg e siti, spiegando nel dettaglio come funziona la disinformazione modello 2019, come  si avvelena l’opinione pubblica, perchè i cittadini continuano a perdere fiducia nell’oggettività dei fatti e nel ruolo del giornalismo. Che rimane fondamentale per la democrazia. Ma è ormai una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai giornalisti.


300x431px_LOCANDINA_MURUBUTUvenerdì 13 settembre > 22.00 > Piazza Colombo
Murubutu
Tenebra è la Notte e altri racconti di buio e crepuscoli


Questo nuovo disco è il quinto tributo di Murubutu al connubio fra musica rap e letteratura nonché il suo terzo concept album. I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: la notte. La notte come realtà parallela che trasforma magicamente i luoghi su cui cala mutandone i contorni, i colori ma anche le percezioni, i comportamenti e i sentimenti delle persone che la vivono. La notte come momento di riposo o tormento, ora sogno, ora incubo. La notte come continua metamorfosi soggetto-oggetto che assume facce diverse in un ciclo continuo. La notte è davvero solo momento negativo funzionale al divenire illusorio dietro cui si cela l’Essere perenne di Parmenide? Nell’album la notte si fa medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come la guerra, la solitudine, il lutto ma anche il fascino della natura, l’ispirazione artistica, l’amore. Il titolo che parafrasa la celebre opera di Fitzgerald allude alla notte come catalizzatore di paure e speranze in cui l’individuo vive più che mai il confronto con se stesso.


300x431px_LOCANDINA_BAGLIONIsabato 14 settembre > 11.00 > Piazza Battistone
Lorenzo Baglioni, Mario Tozzi
Clima, un po’ per celia un po’ per non morire

Il cambiamento climatico globale è una tematica di grande attualità, ma, soprattutto in Italia, è offuscato da uno scontro ideologico che nulla ha a che vedere con la scienza, l’ambiente e la società. Solo da noi si continua a dare credito a quelle pochissime voci scientifiche (in genere non esperte nel campo) che negano il surriscaldamento dell’atmosfera o le responsabilità delle attività produttive dell’uomo. Eppure il 99,4% delle pubblicazioni scientifiche serie sostiene che le temperature dell’atmosfera e degli oceani si stanno innalzando e che ciò dipende dall’uomo. E solo da noi si insultano Greta Thunberg e i ragazzi che protestano contro il cambiamento climatico, come avrebbero dovuto fare gli adulti anni fa. Il mondo della comunicazione ha le sue responsabilità, fedele alla legge che fa più notizia l’uomo che morde il cane, concede lo stesso spazio e la stessa dignità agli scienziati e ai negazionisti, come se si parlasse della nazionale italiana di calcio e non del futuro dell’umanità. Mario Tozzi e Lorenzo Baglioni vogliono contribuire a riportare il dibattito sull’unico piano possibile, quello della scienza, incrociando, però, i loro diversi linguaggi, scambiandosi i ruoli e cercando di insegnare qualcosa senza perdere il gusto di divertirsi. E di interessare anche chi sta girando la testa dall’altra parte.


300x431px_LOCANDINA_GENOVESIsabato 14 settembre > 18.00 > Piazza Colombo
Fabio Genovesi
I canti della TV rotta

Un fiume di continue divagazioni, di piccoli sentieri laterali che ci tuffano addosso ad altri universi, tra autostoppisti misteriosi in cima all’Appennino, anguille che girano il mondo, lezioni d’amore in mezzo alla guerra e altri prodigi così intensi, così impossibili che se li può inventare solo la realtà. Un monologo improvvisato e sempre diverso.


300x431px_LOCANDINA_VITALIsabato 14 settembre > 22.00 > Piazza Colombo
Andrea Vitali, Fazio Armellini, Francesco Pellicini, Max Peroni
Già, infatti è così

Lo spettacolo, di teatro canzone letteratura, trae spunto da un intenso testo inedito scritto dello stesso Andrea Vitali, autore di libri oggi tra i più apprezzati in Italia e non certamente nuovo – con esiti altrettanto brillanti – alle trasposizioni teatrali delle sue opere letterarie. Protagonista del racconto, scandito dalla presenza di 2 attori interpreti (Francesco Pellicini e Andrea Vitali) e due musicisti (Massimiliano Peroni cantautore + chitarra classica, Fazio Armellini fisarmonica), è il maestro “Gaspare Bomboletti”, stimato professore di paese che la sera della vigilia di Natale – alzatosi improvvisamente nel cuore della notte avvolto da un nostalgico senso di vuoto – ripercorre la sua fragile esistenza contrapponendola, attraverso il sogno di una visione di affetti reali, all’inesorabile trascorrere del tempo, qui inteso come metafora del limite umano. L’apparizione nella notte della madre defunta, dell’amata d’infanzia e dell’amico scomparso in gioventù (apparizione reale o frutto soltanto di un sogno?), perfettamente tratteggiata dalla sapiente creazione letteraria dello scrittore, rende certamente avvincente il finale della storia narrata (e cantata) portando lo spettatore alla riflessione sul senso più profondo della vita. Ne consegue un cammino teatral – letterario, intervallato dall’esecuzione di dolci canzoni a tema, cui piacevolmente abbandonarsi incuriositi dall’epilogo spiazzante di un’alba ormai dietro l’angolo.


300x431px_LOCANDINA_CIGNOdomenica 15 settembre > 21:30 > Piazza Ido Battistone
La Compagnia del Cigno, Ivan Cotroneo
I ragazzi della Compagnia del Cigno

Chiara Pia Aurora, Hildegard De Stefano, Leonardo Mazzarotto, Emanuele Misuraca, Fotinì Peluso, Ario Sgroi, Francesco Tozzi: sette ragazzi tra i 15 e i 18 anni sono i protagonisti della “Compagnia del Cigno”, la serie evento di Rai1, diretta da Ivan Cotroneo. Tutti veri e bravissimi musicisti con il sogno di trasformare la loro passione in un lavoro, i sette prima incontreranno i fan per raccontare le difficoltà di un’adolescenza vissuta lontano da casa, alla scoperta dei sentimenti più profondi e alla ricerca di una propria dimensione artistica e umana, poi saliranno sul palco del Teatro Sociale di Camogli accompagnati da Ivan Cotroneo.


300x431px_LOCANDINA_CONTEdomenica 15 settembre > 21.30 > Piazza Colombo
Giorgio Conte, Bati Bertolio, Alessandro Nidi, Alberto Parone
Sconfinando

Giorgio Conte proporrà, in quartetto con Alessandro Nidi, Alberto Parone e Bati Bertolio, il suo repertorio senza tempo che va oltre ogni moda. Cantante, interprete, autore e compositore (che ha dato canzoni, tra i tanti, a Mina, Ornella Vanoni, Loretta Goggi, Il Clan Celentano, Equipe 84, Fausto Leali, Mireille Mathieu) lascia, dagli anni ’60, tracce importanti nel panorama della musica italiana ed internazionale. Definito dalla stampa “umorista che sa commuovere ed intellettuale che strizza l’occhio alle persone comuni” è un artista capace di coinvolgere pienamente, da grande affabulatore ed interprete qual è, il pubblico dei suoi spettacoli. Il suo motto è “…e continuo la mia vita al gusto di tutto…”.