BIO | CAZZULLO Aldo

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Giornalista e scrittore, nel 2003, dopo quindici anni a La Stampa, passa al Corriere della Sera, dove ora è inviato speciale ed editorialista. Ha dedicato oltre venti libri alla storia e all’identità italiana; tra questi Basta piangere! (2013), La guerra dei nostri nonni. 1915-1918: Storie di uomini, donne, famiglie (2014), Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza (2015) e A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia (2022). Dal gennaio 2017 è titolare della rubrica delle lettere del Corriere della Sera.

Al Festival 2023 i suoi interventi sono stati:

8 settembre 1943: una giornata particolare. La rinascita della patria. L’8 settembre 80 anni dopo

Raccontare la storia. Oggi.
con Alessandro Barbero


Al Festival 2022 i suoi interventi sono stati:

con Carlo Cottarelli
Recessione o ripresa. Sarà l’autunno della nostra ripartenza o del nostro scontento?
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con Moni Ovadia, Giovanna Famulari
Il duce delinquente
La maggioranza degli italiani pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all’ “errore” dell’alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Dimostreremo che non è così. Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva fatto morire in manicomio il proprio stesso figlio, e la donna che aveva amato. Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campi di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato uomo narcisista e cattivo. La guerra non è un impazzimento; è lo sbocco naturale del fascismo. E aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato un altro crimine, contro il suo stesso popolo. E ancora devono arrivare gli orrori della guerra civile. E del neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza. Una storia a due voci: Aldo Cazzullo racconta, Moni Ovadia legge i testi del duce e delle sue vittime. Con musiche e canzoni dell’epoca. Alla fine capiremo perché dobbiamo vergognarci del fascismo. Ed essere orgogliosi dei resistenti che l’hanno combattuto.

con Marcello FloresGiovanni Gozzini  
Perché il fascismo è nato in Italia?
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Al Festival 2021 i suoi interventi sono stati:

Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti
Presentazione in anteprima assoluta del nuovo libro di Aldo Cazzullo, a settecento anni dalla morte di Dante Alighieri
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con Annalisa Bruchi, Evelina Christillin, Pierluigi Pardo
Le italiane
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con Fabrizio Roncone
Razza poltrona
Nel suo ultimo libro, “Razza poltrona” (Solferino) Fabrizio Roncone, firma del Corriere della Sera, racconta come il nostro Paese sia arrivato sull’orlo del baratro, spinto da una classe politica incerta e arrogante. In un’irresistibile carrellata di fatti, fattacci e ritratti al vetriolo, tra farsa e tragedia, l’autentica storia all’ultimo atto di questa Seconda Repubblica.
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Al Festival 2020 i suoi interventi sono stati:

A riveder le stelle. Leggere Dante nell’anno dell’epidemia
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con Davide Besana, Silvia Giacomoni
Cent’anni fa, Giorgio Bocca
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con Luca Bottura
Rassegna stampa del mattino
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Al Festival 2019 i suoi interventi sono stati:

con Fabrizio Roncone, Monica Guerritore, Pietrangelo Buttafuoco
I segreti del potere
Un giallo ambientato a Roma tra qualche anno, tra il Vaticano e i palazzi del potere, dai campi rom alle feste con la cocaina, dalla mafia nigeriana all’empireo del potere. Anticipazioni del romanzo Peccati immortali di Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone. Letture di Monica Guerritore, animatore Pietrangelo Buttafuoco.
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con Luca Bizzarri
I giornali del mattino in diretta dal Festival
Un’inedita lettura dei quotidiani, dal gusto ironico e dissacrante, in cui giornalisti e personaggi di cultura e spettacolo commenteranno in un modo tutto particolare i titoli e i temi più “caldi” dell’attualità.
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Al Festival 2018 i suoi interventi sono stati:

con Pietrangelo Buttafuoco
I giornali del mattino in diretta dal Festival
Un’inedita lettura dei quotidiani, dal gusto ironico e dissacrante, ai confini della realtà, in cui giornalisti e personaggi di cultura e spettacolo commenteranno in un modo tutto particolare i titoli e i temi più “caldi” dell’attualità.
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con Pierluigi Pardo
Lo stretto necessario, palloni, canzoni e libri per combattere il tempo

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con Beatrice Luzzi
Le donne erediteranno la terra
Un tributo al genio femminile, attraverso figure del passato e del presente, storie di grandi artiste e di figlie che salvano i padri o ne custodiscono la memoria. Donne che sanno sacrificarsi, guardare lontano, prendersi cura di ciò che le circonda, e per questo più dotate degli uomini per affrontare l’epoca grandiosa e terribile che ci è data in sorte. Il tempo sta finendo. È finito. Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere.
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con Annalisa Bruchi
I giornali del mattino in diretta dal Festival
Un’inedita lettura dei quotidiani, dal gusto ironico e dissacrante, ai confini della realtà, in cui giornalisti e personaggi di cultura e spettacolo commenteranno in un modo tutto particolare i titoli e i temi più “caldi” dell’attualità.
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Giuro che non avrò più fame. L’Italia della ricostruzione

 


Al Festival 2017 il suo intervento è stato:

Metti via quel cellulare
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con Alessandra Bianco:
Il tennis. Connessione tra business e mito
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Al Festival 2016 il suo intervento è stato:

Giornalismo: crisi di contenitori o crisi di contenuti?
Tutti noi parliamo della crisi dei contenitori, della fine della carta; ma la vera crisi è quella dei contenuti.
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Al Festival 2015 il suo intervento con Mario Peccerini è stato:

Raccontare le guerre
Ogni guerra o evento storico decisivo per una Nazione è sempre oggetto di racconti parziali ed estremizzanti. Così è stato per noi con la Grande Guerra, la cui cronaca ha spesso taciuto crocerossine, spie, prostitute, inviate di guerra e soldatesse in incognito, le cui vicende incrociano quelle di alpini, prigionieri, poeti in armi e “l’esercito dei folli”. E così è stato anche con la Resistenza: prima considerata solo “cosa di sinistra” poi demonizzata come carneficina impetrata dai partigiani. Quando, al contrario, la Resistenza è fatta prima di tutto di storie di fuggitivi, di madri che fanno da scudo ai propri figli, di alpini che difendono le proprie amate montagne, di sacerdoti che scelgono di morire con i propri parrocchiani per accompagnarli davanti al Signore, e di tante altre vite che hanno fatto silenziosamente ma concretamente la Storia. Attraverso La guerra dei nostri nonni e Possa il mio sangue servire, Aldo Cazzullo tenterà di fare il punto su alcune domande cruciali. Come raccontare oggi questi eventi epocali, rendendo loro piena giustizia? Come trasmettere la memoria della forza morale di cui sono stati capaci i nostri padri ieri? E quale racconto di noi oggi lasceremo al domani?