BIO | SANTAMBROGIO Marco

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Ha studiato Filosofia all’Università Statale di Milano e all’Università di Londra. Professore ordinario di Filosofia del Linguaggio ha insegnato fino qualche anno fa in diverse università – da ultimo all’Università di Parma e all’Università San Raffaele di Milano. Ha lavorato nell’ambito della filosofia analitica soprattutto sulla filosofia del linguaggio – semantica, riferimento, verità. È socio fondatore della European Society for Analytic Philosophy (ESAP) e della Società Italiana di Filosofia Analitica (SIFA). Ha pubblicato da Laterza un Manuale di scrittura (non creativa). Negli ultimi anni si è dedicato professionalmente alla pittura.

Al Festival 2020 il suo intervento con Gianni Coscia, Roberto CotroneoRiccardo FedrigaMaurizio Ferraris, Danco Singer è stato:
Accordi di settima?!
Gianni Coscia, maestro europeo della fisarmonica, dedicherà il suo repertorio intelligente e curioso, colto e popolare, al ricordo di Paolo Fabbri, fedele compagno di viaggio del Festival e grande interprete della semiotica internazionale. Il concerto è preceduto da un breve saluto della moglie Simonetta Franci Fabbri e degli amici di sempre.
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Al Festival 2019 il suo intervento con Ivano Dionigi è stato:
Osa sapere. Contro la paura e l’ignoranza
La prima difesa della democrazia è la difesa dell’intelligenza. Di fronte all’arrivo inarrestabile di nuovi «barbari», ci ostiniamo a erigere muri, fisici e mentali, nel tentativo inutile di restituire una centralità alla nostra Europa. Di fronte al dominio pressoché illimitato della tecnica, che minaccia la nostra stessa identità personale, ogni soluzione appare effimera. Ma possiamo capire e renderci amico questo futuro-presente carico di complessità e incognite, se «osiamo sapere». A nulla vale infatti la potenza della tecnologia se alla nostra vita vengono a mancare la tensione verso uno scopo e il senso della fine: se non sappiamo restare (o tornare?) uomini.


Al Festival 2018 i suoi interventi sono stati:

con Furio Colombo, Gianni Coscia, Roberto Cotroneo, Paolo Fabbri, Riccardo Fedriga, Maurizio Ferraris, Valentina Pisanty
Musica e parole. Un ricordo di Umberto Eco
Dell’ingegno multiforme di Umberto Eco si è ricordato molto ma non tutto: il serissimo studioso di san Tommaso, semiologo, romanziere, bibliofilo, faceva posto nella sua sterminata memoria alla più completa raccolta di barzellette del secolo. Ci raccontano il suo precoce umorismo due amici di infanzia e di gioventù e di tutta la vita, Gianni Coscia e Furio Colombo. I suoi allievi e poi colleghi, Valentina Pisanty e Riccardo Fedriga, ricordano qualcuna delle sue infinite battute di spirito. Roberto Cotroneo, Paolo Fabbri, Maurizio Ferraris, Marco Santambrogio, vecchi amici e colleghi, descrivono i momenti più impensati in cui lo hanno visto ridere e giocare con le parole.
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con Salvatore Aranzulla e Maurizio Ferraris
Il tecnologo e il tuttologo
La rivoluzione viene dalla tecnica
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Al Festival 2017 il suo intervento è stato:
Ultimi barbarorum
Siamo ovviamente preoccupati per le fake-news, le post-verità e altre forme di barbarie in rete. Ma da tempo avremmo dovuto preoccuparci di dare regole di civiltà ai dibattiti in televisione e sui vecchi media. Sul modo migliore di formulare queste regole il filosofo Spinoza, al quale sono attribuite le parole “Ultimi barbarorum” riferite agli assassini dei fratelli De Witt, ha ancora molto da insegnarci.


Al Festival 2016 il suo intervento è stato:
La seconda guerra di Slesia, il concilio di Calcedonia e Wikipedia
Che cosa vale la pena di ricordare oggi?
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