BIO | FONTANA Andrea

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Autore e imprenditore, è il più rilevante esperto di narrazione istituzionale del nostro Paese ed è impegnato a diffondere le scienze della narrazione per le ricadute etiche e sociali che queste comportano per l’Italia. Insegna Storytelling e Narrazione d’impresa all’Università di Pavia, è cofondatore di Storyfactory, prima società italiana nel campo della narrazione d’impresa, nonché Presidente dell’Osservatorio Italiano di Corporate Storytelling.

Al Festival 2017 il suo intervento è stato:
WALTER WHITE NON ABITA PIU’ QUI. “Connettersi” nella post-verità: limiti, vizi e virtù delle iper-relazioni
Nel recente passato, Vince Gilligan – ideatore della serie TV Breaking Bad – ha dovuto prendere posizione sui social media per chiedere ai fan della fortunata fiction di non lanciare pizze sulla casa di Walter White, protagonista della serie. I fan infatti hanno preso l’abitudine di andare a visitare la casa dove è stata girata la fiction e di lanciare – imitando il comportamento del protagonista del serial TV – delle pizze sul tetto della casa. Quella casa però non è proprietà di Walter White – che è personaggio fittizio – ma è la residenza di una tranquilla e reale famiglia di Alburquerge. Come spiegare episodi simili sempre più diffusi? È la post-verità che diventa il nuovo precetto in un mondo connesso e di iper-relazioni. Con la post-verità muta la relazione tra realtà e finzione e si rivela come la mente narrativa stia prendendo il sopravvento sulla mente descrittiva nel nostro vivere sociale e mediatico. E nel nostro connetterci. Questa condizione “narrativo-immersiva” determina ogni proposta sociale, economica e geo-politica, spostando di peso i confini del reale e ridisegnando i suoi perimetri, che possono essere anche “finzionali”. Parafrasando Todorov: è il peso del fantastico nel reale. Siamo sulla soglia di una nuova era. Siamo pronti a stare nella post-verità e nel suo tecno-inconscio? Come possiamo decodificarla? Quali capacità ci vengono richieste per viverci e lavorarci?
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Inoltre, con Marco Alfieri, Alessandro Chessa e Roberto Ferrari:
Big data for big stories. La connessione tra dati produce grandi storie
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Al Festival 2016 il suo intervento è stato:
Web storytelling: 25 anni di racconti in rete
Amata, odiata, lodata, criticata. Da quando è nata, la Rete è stata molte cose: strumento della democrazia compiuta, mezzo del dominio di massa, dispositivo di intrattenimento. Ma nello specifico che cosa è stato raccontato negli ultimi 25 anni? È possibile rintracciare una trama, con strumenti e contenuti significativi, nella storia della Rete? Forse sì. E in questa trama da scoprire – a cavallo tra supremazia, libertà e complotti – noi siamo i protagonisti, che tutti i giorni interagiamo nel web.
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Al Festival 2015 il suo intervento è stato:
Narrare l’impresa. Il ruolo dello storytelling nella comunicazione aziendale
Le tecniche del racconto dominano sempre di più le dinamiche della comunicazione pubblica: sociale, economica, politica, istituzionale. Senza un racconto non compriamo marche, non votiamo politici, non ci emozioniamo nei social media, non ci informiamo sui conflitti. Brand aziendali e soggetti politici usano le scienze della narrazione per costruire nuove identità, nuove relazioni e nuovi risvolti di consenso. Come non rimanere vittima del racconto ma essere protagonisti nella nuova era dello storytelling e delle narrazioni che transitano su diversi media?