BIO | RECALCATI Massimo

RITRATTO_RECALCATImassimo

Psicoanalista tra i piú noti in Italia, dirige l’IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata) e nel 2003 ha fondato Jonas Onlus (Centro di clinica psicoanalitica per i nuovi sintomi). Collabora con i quotidiani «la Repubblica» e «La Stampa» e insegna allo IULM di Milano. Dirige con Maurizio Balsamo la rivista «Frontiere della psicoanalisi». È autore di numerosi libri, tradotti in diverse lingue, tra cui L’uomo senza inconscio (Raffaello Cortina Editore), Il complesso di Telemaco (Feltrinelli) e di una monografia in due volumi su Jacques Lacan (Raffaello Cortina Editore 2012, 2016). Ha pubblicato per Einaudi, L’ora di lezione (2014), I tabù del mondo (2017 e 2018), La notte del Getsemani (2019 e 2020), Il gesto di Caino (2020 e 2021), Ritorno a Jean-Paul Sartre. Esistenza, infanzia e desiderio (2021), Il grido di Giobbe (2021 e 2022), La legge della parola. Radici bibliche della psicoanalisi (2022 e 2023), il suo primo testo teatrale, Amen (2022) e La Legge del desiderio. Radici bibliche della psicoanalisi (2024).

Al Festival 2025 il suo intervento è:

Cosa significa insegnare


Al Festival 2023 i suoi interventi sono stati:

Memoria. Lutto e nostalgia

La cerimonia dell’addio
con Roberto Cotroneo

La formazione tra istruzione ed educazione


Al Festival 2018 il suo intervento è stato:
L’inconscio del libro
Cosa significa leggere? Cosa facciamo quando apriamo un libro? In che modo l’inconscio è implicato in quella che abitualmente definiamo “ lettura”?
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Al Festival 2017 il suo intervento è stato:
Connessioni tra le generazioni. Vivere senza tabù?
Ci sono padri che vorrebbero mangiare i loro figli e figli che vorrebbero uccidere i loro padri. Esiste un connessione tra padri e figli al di là della violenza e dell’odio.
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Al Festival 2014 il suo intervento con Paolo Giordano è stato:

Gli insegnanti che non dimentichiamo “Insegnare significa etimologicamente “lasciare un segno”. Abbiamo incontrato insegnanti di cui non ci dimentichiamo. Cosa di loro resta in noi? Le cose che ci hanno insegnato? Anche ma non soprattutto. Quello che non si dimentica è lo stile di chi è stato nostro maestro. Perché è lo stile dell’insegnante a rendere possibile la trasmissione del sapere, a renderlo erotico”.