BIO | DIASPRO Alberto

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Direttore di ricerca in Nanofisica presso l’Istituto Italiano di Tecnologia e Professore Ordinario di Fisica Applicata dell’Università di Genova

Professore ordinario di Fisica applicata al Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova, direttore di ricerca in Nanofisica dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Accademico dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere. Attivo in progetti europei e nazionali, ha oltre 350 articoli con 12 mila citazioni (H=56) su riviste  internazionali. Il suo team di ricerca è tra i leader mondiali nel campo della microscopia ottica alla nanoscala. È attivo nella divulgazione scientifica, ha ricevuto l’Emily M. Gray Award dalla società internazionale di Biofisica in riconoscimento ai “significativi contributi all’educazione in biofisica” e il Premio per la Comunicazione scientifica dalla Società Italiana di Fisica. Nel 2020 ha pubblicato “Quello che gli occhi non vedono” con Hoepli, un racconto appassionato di ricerca e microscopia.


LEZIONE

Intuizioni perfette. Idee geniali
Intuizione e idea muovono il pensiero scientifico e l’innovazione tecnologica, sono il carburante del progresso. Tra Platone e Kant passando per Aristotele intuizioni e idee sono espressione di conoscenza immediata e capacità di vedere. Conoscenza è la parola chiave, conoscenza che non fa sconti alla fatica. La fatica dello studio e quella della ricerca di base. Quest’ultima è in grado di far realizzare il salto in avanti. La lezione di Feynman indica la strada. La materia è fatta di atomi e a noi basta osservare! Basta osservare la natura e le sue forme. Il modo in cui gli atomi si organizzano ne determina la funzione, allora l’intuizione di Erone si può trasformare in un robot, un instancabile esecutore, che apre le porte di un tempio, un tratto di matita accende l’idea che fa nascere materiali dotati di super poteri e un pezzo di vetro “baciato” dall’arcobaleno trasforma l’invasione di un virus in una danza di molecole biologiche. Supereremo insieme le “correnti gravitazionali, lo spazio e la luce” per una vera transizione, ecologica, sostenibile e, prima di ogni cosa, di pensiero.

Nell’edizione 2019 la sua lezione è stata:
Nanotecnologie, umanoidi e teletrasporto in una passeggiata lunga 2 metri di DNA

Quest’anno ricorreranno i 60 anni dalla lettura realistica e visionaria insieme di Richard Feynman al Caltech che ha segnato la nascita delle nanotecnologie. Da allora le frontiere della fisica, della biologia, dell’ingegneria, della medicina insieme a quelle delle arti e delle lettere hanno spostato in avanti i loro confini ad una velocità crescente, potremmo dire con una accelerazione spaventosa. Viaggiamo su una navicella che esalta il senso di meraviglia che si ha di fronte al nuovo, pure difficile da cogliere a meno di non avere una robusta preparazione nelle materie scientifiche e umanistiche insieme. L’incipt di Star Trek, serie di metà degli anni sessanta che va oltre la fantascienza, «Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.» ci spaventa e ci esalta. Utopia e retrotopia si palleggiano l’orizzonte delle nostre prospettive. Feynman nella sua grande lezione aveva sottolineato come la natura potesse offrirci il più grande insegnamento possibile a patto di dotarci degli strumenti per poterlo leggere, primo tra questi una buona dose di umiltà. Passeremo in rassegna gli avanzamenti tecnologici evocando un mondo, oggi, di 7 miliardi di persone, in crescita. Un mondo con una prospettiva rivolta alla sostenibilità e alla diluizione della specie sulla Luna e su Marte. Crescita impossibile senza la consapevolezza di ciò che avviene dalla nanoscala alla scala dell’uomo.  L’insegnamento a tutto campo della natura riportato alle macchine che hanno affascinato Leonardo mettendo al centro l’uomo cui l’apprendimento viene restituito con gli interessi. La padronanza degli utensili e il loro utilizzo sono i temi chiave per l’esplorazione della realtà: dai sei atomi che ci uniscono ai trenta atomi che servono a un umanoide per emularci. I due metri di DNA replicati centinaia di miliardi di volte in ognuna delle nostre cellule costituiscono una chiave di lettura importante per la lunga passeggiata che faremo tra le nanotecnologie, gli umanoidi e il teletrasporto. I 6 atomi che condividiamo sottolineano come il termine razza non si addica antropologicamente ai gruppi umani e come sia importante comprendere il modo in cui si organizzano nel vivente che vive. Entreremo nell’Aleph e il teletrasporto sarà una provocazione per trattare la differenza tra ciò che “comunichiamo” di essere e quello che siamo davvero. Che ne è dell”affidabilità della comunicazione scientifica quando questa avviene in modo “amichevole”, popolare? In che modo educare e garantire il “pubblico” alla corretta informazione attraverso la divulgazione?  Il teletrasporto rappresenta l’argomento nell’immaginario collettivo “pensabile” almeno dai tempi di Star Trek, nei laboratori viene realizzato, ma su che scala? con che impatto?.